Comunicati 2021

COMUNICATO ANMI n. 2 – 2021

Il piano vaccinale INAIL: un’ indecenza che deve finire


In un intero anno di emergenza epidemiologica abbiamo garantito il presidio del territorio in

concreta sussidiarietà del SSN, la presa in carico dei tantissimi lavoratori che hanno

contratto l’infezione nei contesti professionali, la sorveglianza sanitaria eccezionale e molto

altro. Malgrado ciò, stiamo toccando il livello più basso della considerazione

‘indeterminata’ che la nostra Sanità da sempre subisce.

Siamo considerati Sanità Pubblica solo quando rispondiamo alle continue e pressanti

richieste, quando risolviamo problemi, fronteggiamo necessità; quando invece si tratta di

ricevere tutela, riconoscimento, garanzia, precipitiamo nel più completo e mortificante

oblio.

Mentre nel resto di Italia le strutture sanitarie hanno completato il piano vaccinale

coinvolgendo anche il personale amministrativo, l’INAIL ha scelto di non governare il

problema a livello nazionale lasciando alle Direzioni Regionali l’onere di organizzarsi in

modo autonomo, senza esercitare alcun ruolo di controllo e verifica sulle iniziative

concretamente realizzate a livello territoriale. Eppure ci sembra che in altri ambiti le

iniziative di politica sanitaria dell’Ente per il contrasto alla pandemia siano state messe in

atto a livello centrale, peraltro ottenendo sempre la pronta risposta del personale medico e di

collaborazione sanitaria.

Il risultato è che, a parte qualche situazione isolata, la maggior parte del personale

sanitario INAIL a tutt’oggi non sa se e quando verrà sottoposta a vaccinazione.

È dignitoso, per il Polo nazionale dedicato alla salute e sicurezza dei lavoratori, non saper

proteggere nemmeno i propri operatori che, lo ricordiamo, non hanno mai smesso di

ricevere l’utenza negli ambulatori del territorio, esponendosi quotidianamente al contagio?


È possibile ignorare che, per la specificità del nostro ruolo all’interno del sistema,

potremmo diventare strumenti di amplificazione della trasmissione dell’infezione verso i

contesti lavorativi?

Come Associazione Sindacale abbiamo chiesto in ogni sede possibile che sulla questione

si intervenisse con immediatezza. Non è accaduto, non sta accadendo. È una situazione

inspiegabile e insostenibile e non più tollerata.

Vogliamo essere tutelati circa la nostra salute, così come sancisce la Costituzione, e

avere sicurezza nell’esercizio della professione sanitaria.

Ancora una volta chiediamo, con fermezza, che a livello Centrale si assuma una posizione

chiara, visibile, riconoscibile, a tutela di tutti e che si porti avanti senza ulteriore indugio

la campagna di vaccinazione del personale sanitario dell’Istituto.


Roma, 5 febbraio 2021


Direttivo Nazionale ANMI


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