Documento interlocutorio, emergenza conclamata
Il 22 novembre scorso, presso la Direzione Generale, è stato presentato alle Organizzazioni Sindacali il Piano triennale
dei fabbisogni del Personale 2020-2022, con allegata una breve relazione tecnica di illustrazione.
Si tratta di un documento interlocutorio, privo della sua parte per noi fondamentale, quella relativa alle previsioni
assunzionali per l’anno 2022, che verrà dettagliata nel Piano successivo, il 2021-2023, di imminente pubblicazione.
Una buona notizia (peraltro annunciata da tempo) è l’inserimento delle 100 unità di DM1 (ai sensi dell’art. 4 comma 2
del DL 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni nella L. 27 del 24 aprile 2020) ad ampliare la pianta organica
per questo profilo, che dunque passa da 456 a 556 unità. L’omissione del dettaglio relativo all’anno 2022, tuttavia, non
permette di valutare il quadro complessivo che, al momento attuale e senza considerare le assunzioni conseguenti al
Concorso in atto per 202 posti di DM1, si presenta in tutta la sua eloquente drammaticità.
Tra il 2019 e il 2021 si sono verificate 54 cessazioni di DM1 e 33 di DM2, solo parzialmente reintegrate dagli scorrimenti
delle relative graduatorie (che comunque penalizzano in particolare il profilo dei DM1, depauperato di unità non solo dai
pensionamenti, ma anche dagli scorrimenti della graduatoria dei DM2). Per l’anno 2022 si prevedono ancora 9 cessazioni
per i DM1 e 1 per i DM2. In assenza di interventi, la previsione per la fine del prossimo anno è una carenza complessiva
di 250 unità su 668. In sostanza, alla fine del 2022 saranno in servizio il 60% dei DM1 e il 75% dei DM2 necessari al
fisiologico funzionamento dell’Ente.
È fin troppo evidente che una situazione del genere è ai limiti della sostenibilità e rende problematico garantire ai
nostri assicurati un adeguato livello di attenzione: le Aree Sanitarie sono di continuo sollecitate da nuovi compiti e
funzioni (solo per fare alcuni esempi relativi agli ultimi anni: reinserimento lavorativo, nuove procedure di refertazione
all’autorità giudiziaria, gestione dei casi Covid, gestione della sicurezza delle Sedi in fase pandemica, Sorveglianza Sanitaria
eccezionale, eccetera), sotto la pressione incessante di obiettivi di performance in progressione, e a fronte di procedure
informatiche sempre più spesso rallentate e inefficienti, mentre i pensionamenti proseguono a ritmo sostenuto e l’età
media degli operatori continua a salire. Non si può continuare a far conto sulla dedizione, sul sacrificio e sulla disponibilità
dei lavoratori delle Aree Sanitarie, che peraltro non sono mai mancate nemmeno nei momenti più difficili di questo
tremendo biennio.
Diventa dunque vitale la rapidissima conclusione delle procedure assunzionali, con l’immissione in servizio del
nuovo contingente di DM1 e la stabilizzazione del personale a contratto Co.Co.Co., per cui l’Ente ha presentato una
proposta di Legge che noi abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere in ogni sede e con ogni mezzo possibile.
In gioco non c’è una mera questione aritmetica, ma l’agibilità stessa dell’Istituto e l’effettività dell’Assicurazione
pubblica: la Tutela degli infortunati e dei tecnopatici, la Prevenzione, l’intero dispositivo di welfareper i lavoratori di
questo Paese dipendono da quanto, nei prossimi mesi, sarà fatto di concreto per il Personale Sanitario, al di là delle
promesse e delle dichiarazioni di circostanza.
Non si può più attendere, il 2022 è alle porte.
Roma, 26 novembre 2021
Gabriele Norcia
Segretario Nazionale Anmi